Glenn Greenwald smaschera Palantir: “È il nuovo Deep State di Donald Trump”
Source : it.insideover.com – 12 juin 2025 – Roberto Vivaldelli
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Un’inchiesta del giornalista vincitore del Premio Pulitzer Glenn Greenwald, trasmessa sul suo canale System Update, sta facendo emergere interrogativi inquietanti sul ruolo di Palantir, un’azienda tecnologica fondata nel 2002 da Peter Thiel (già finanziatore del vicepresidente Jd Vance) e Alex Karp, nel panorama della sorveglianza e dell’intelligence negli Stati Uniti. Definita da Greenwald come il nuovo “Deep State”, Palantir sembra aver conquistato una posizione di preminenza senza precedenti nell’amministrazione Trump, sollevando preoccupazioni su una privatizzazione sempre più marcata delle funzioni di sicurezza nazionale e sul potenziale abuso di potere. Il che, peraltro, sta destando non poche tensioni tra la base trumpiana, come abbiamo sottolineato su InsideOver nei giorni scorsi.
Palantir, da start-up a colosso
Fondata nel 2002 per capitalizzare sulle opportunità della “guerra al terrore”, Palantir si è affermata come una potenza tecnologica nel campo dell’intelligence. Greenwald sottolinea che l’azienda è diventata “virtualmente onnipotente” all’interno dell’amministrazione Trump, grazie a un ordine esecutivo del 20 marzo 2025, intitolato “Fermare sprechi, frodi e abusi eliminando i silos informativi”. Questo ordine, secondo Greenwald, mira a “centralizzare tutte le informazioni sotto un’unica autorità“, eliminando le barriere che frammentavano i dati tra diverse agenzie. Un funzionario dell’amministrazione Trump, citato da Cnn il 25 aprile 2025, ha dichiarato: “Tutti stanno passando a Palantir”, indicando che l’azienda gestirà “tutta la raccolta dati, l’analisi dei dati, l’accesso alle informazioni” del governo.
Come già osservato da InsideOver, la crescita dell’influenza di Palantir all’interno del governo federale ha sollevato preoccupazioni tra i sostenitori “libertari” del presidente Usa, che temono la creazione di un database centralizzato basato sull’intelligenza artificiale, in grado di integrare dati governativi su attività politiche, possesso di armi da fuoco e altre informazioni sensibili sui cittadini americani. Questa centralizzazione, giustificata come un modo per eliminare “duplicazioni burocratiche e inefficienze”, solleva forti preoccupazioni sulla smisurata influenza dell’azienda.
Greenwald avverte: “Personalmente, preferirei che, nella misura in cui il governo raccoglie dati sui cittadini americani, questi rimangano frammentati e isolati, quindi indeboliti”. Invece, l’ordine esecutivo garantisce che “i dipendenti federali non incontrino più ostacoli nell’accesso ai dati governativi”, affidando a Palantir un controllo senza precedenti. Anche il New York Times ha sottolineato la portata di questa trasformazione. Dal 2008, Palantir collabora con il governo statunitense, e dall’insediamento di Trump l’azienda ha ricevuto oltre 113 milioni di dollari in contratti governativi, escluso un recente contratto da 795 milioni di dollari con il Dipartimento della Difesa (DoD).
Un passato controverso
La storia di Palantir è segnata da episodi inquietanti. Greenwald ricorda un caso del 2010, quando l’azienda collaborò con la Bank of America per contrastare un’imminente pubblicazione di WikiLeaks. Un documento di Palantir, reso pubblico da hacker, proponeva di “screditare WikiLeaks” attraverso “attacchi alla reputazione professionale” di suoi sostenitori, incluso Greenwald stesso. Il documento suggeriva: “Puoi scegliere di continuare a perseguire la causa in cui credi, o puoi scegliere di preservare la tua reputazione professionale, ma non puoi scegliere entrambe”. Il giornalista Premio Pulitzer definisce questa strategia “sinistra”, espressa in “gergo corporativo”, ma indicativa della natura di Palantir. Sebbene Alex Karp si sia scusato pubblicamente, l’episodio rivela “cosa fosse Palantir già allora, quando aveva ancora una reputazione relativamente buona”.
L’ideologia neocon di Alex Karp
Al centro dell’ascesa di Palantir c’è Alex Karp, descritto da Greenwald come “un neoconservatore accanito” e “un lealista devoto a Israele”. Negli ultimi anni, Karp è diventato più esplicito sulle sue convinzioni. Durante un evento al Ronald Reagan Presidential Foundation il 7 dicembre 2024, ha dichiarato: “Dobbiamo assicurarci che le persone che consideriamo avversari abbiano paura di noi”, un linguaggio che il noto giornalista paragona a “un discorso da cattivo di James Bond”.
In un’intervista su Cnbc del 20 giugno 2024, Karp ha definito le proteste universitarie contro Israele “una delle maggiori minacce” negli Stati Uniti, mostrando “disprezzo e odio” verso i manifestanti.
Greenwald si chiede: “Sembra incline a usare questo potere di sorveglianza o questi dati in modo neutrale e apolitico? O è qualcuno che, sentendo così appassionatamente su questioni come Israele, quasi certamente userà queste informazioni contro coloro che considera pericolosi?”.
La risposta a tale quesito sembra emergere da un altro episodio: nel 2023, Palantir ha annunciato 180 posti di lavoro riservati esclusivamente a studenti ebrei che si sentono “in pericolo”, una politica che Greenwald paragona ai programmi di diversità e inclusione tanto criticati dalla destra americana, ma che ha ricevuto il plauso di figure come il commentatore conservatore filo-israeliano Ben Shapiro. E ancora: in un discorso all’Economic Club of Chicago il 22 maggio 2025, Karp ha dichiarato un’altra frase inquietante: “Il cambiamento sociale avviene umiliando i tuoi nemici e rendendoli più poveri”.
Lungi dall’essere una riforma strutturale dello “stato profondo”, l’ascesa di Palantir segna una privatizzazione che tradisce gli ideali del movimento Maga, con buona pace del celebre motto trumpiano “Drain the swamp” (drenare la palude).